Accogliere è… “Assumersi la responsabilità dello sguardo altrui”
24 Agosto 2024Felici di… accogliere: perché? Diverse possono essere le motivazioni che ci spingono a essere aperti agli altri, le maggiori possono essere la sensazione di non bastare a noi stessi, il bisogno di condividere con gli altri le nostre esperienze e le emozioni che il vivere ci suscita oppure la bellezza di provare gioia nel vedere le persone rinascere.
Con queste riflessioni si è conclusa la tavola rotonda che affrontava la tematica dell’accoglienza a 360 gradi, come ha spiegato il Vescovo di Rimini, Monsignor Nicolò Anselmi.
Ad aprire la tavola rotonda è intervenuto invece il professor Eraldo Affinati, presentando il suo progetto per accogliere gli immigrati: “Penny Wirton”, la scuola che lui e sua moglie hanno deciso di aprire per dare modo agli immigrati di essere accolti e inseriti nel nuovo contesto. L’istituto infatti non e la solita scuola fatta di voti e interrogazioni, ma una scuola “atipica” nella quale si pone l’accento sulle somiglianze e non sulle differenze, poiché abbiamo molto che ci accomuna e riconoscere questo accorcia le distanze.
Gli educatori devono essere consapevoli che ci vuole tempo e pazienza per poter raggiungere l’integrazione anche se a volte l’obiettivo può sembrare lontano.
Accogliere è lasciarsi toccare dall’altro, riconoscerne la bellezza e imparare a dire grazie. Perché solo insieme possiamo sperimentare la gioia. L’ accoglienza caratterizza anche il progetto di una teologia dal Mediterraneo di cui ha parlato la professoressa Giuseppina De Simone. Una teologia che teologi e teologhe delle cinque sponde del Mediterraneo vorrebbero provare a costruire insieme, accogliendo le provocazioni che vengono da questo contesto così particolare.
Il sogno è quello di una teologia che contribuisca a rendere il Mediterraneo un mare di pace e di fraternità.
Accogliere richiede che sia riconosciuta l’unicità di ciascuno, di ogni popolo, di ogni cultura. Abbiamo bisogno di imparare ad accogliere, ma anche di lasciarci accogliere. Perché forse è questa la cosa più difficile. L’indifferenza e l’atomizzazione sono le grandi sfide alle quali rispondere.