Recuperare il concetto di limite, per promuovere il cambiamento

24 Agosto 2024
© Michele Fazio/RN24/AGESCI

Intervengono alla Tavola rotonda per Felici di essere profeti di un mondo nuovo, organizzata a Verona, Stefano Arduini e Luca Mercalli moderati da Massimo Gavagnin.

Stefano Arduini, milanese, dirige Vita magazine e Vita.it dal maggio del 2018. Luca Mercalli è un climatologo e divulgatore scientifico italiano.

È Stefano ad aprire la Tavola rotonda definendo il Terzo Settore; settore che non è terzo a nessuno, anzi è “la colonna vertebrale del sistema Paese”. Un contenitore di esperienze che può e deve fare la differenza in una prospettiva di miglioramento.

“Ma è del clima che dobbiamo avere paura” sostiene Luca con un pensiero rivolto a un tema molto dibattuto negli ultimi anni: il riscaldamento globale. E nell’introdurre l’argomento, ammonisce subito il pubblico: “la causa è da ricercare nelle attività umane soprattutto per l’impatto che ha l’utilizzo dei combustibili fossili”.

Consumi che mettono in serio pericolo il pianeta. E noi guide e scout possiamo fare la nostra parte; lo insegna B-P.

È lo stesso Luca Mercalli a nominare il fondatore dello scautismo ricordando la nota frase sul buono o cattivo tempo e l’equipaggiamento che è l’attenzione da avere per responsabilizzarsi. D’altronde, continua Luca “quale imbarcazione è andata per prima in soccorso durante il recente naufragio sulle coste palermitane? La Lord Baden-Powell”.

Bisogna equipaggiarsi per tendere alla soluzione, per avere cura della Terra. Ed è per questo che è necessario, secondo Luca, recuperare il concetto del limite, da non superare, da tenere a mente sempre, anche nel nostro piccolo.

Ridurre le emissioni di CO2 o almeno provarci; perché “il processo è avviato” ed è necessario correre ai ripari. E i limiti ci sono, altrimenti sarà ancora: aumento della plastica negli oceani, deforestazione incontrollata, fino a…

Come l’educazione può essere profetica oggi?

23 Agosto 2024
© Daniele Rimi/RN24/AGESCI

Marco Balzano apre il dialogo con un’affermazione: la felicità non è interessante. Due che si amano, che hanno una relazione buona e vivono “felici e contenti” non sono un soggetto su cui si costruisce una storia. A noi interessano le crisi, perché ci interessa come si ricerca la felicità.

Oggi ci dicono in tanti come possiamo “comprare” la felicità, come possiamo ottenerla anche in solitudine. Per il nostro scrittore, molto più stimolante è ricercare i significati che la parola felicità ha assunto nel tempo. E così andare alla ricerca dell’etimologia della parola nelle lingue madri della nostra cultura occidentale diventa un esercizio illuminante, che parte dalle immagini alla radice della parola stessa.

Felicità in latino deriva dal verbo felo, ossia allattare. Già questo parla di una relazione a due: felicità quindi è immagine di donna, madre, ricca di nutrimento che dona. È una felicità che per definizione mette al centro l’altro.

Paolo Ghezzi ricerca la felicità nelle storie di chi ha avuto vite tormentate e difficili. Sophie Scholl ha vissuto una vita breve. La sua opposizione al regime nazionalsocialista l’ha condotta a morire a 22 anni in un carcere di Monaco di Baviera, perché i regimi dittatoriali allora come ancora oggi, non trovano altro modo di trattare la dissidenza che tagliando le teste, decapitando con la violenza il pensiero.
Lei che non è riuscita a odiare chi la condannava a morte, ha vissuto una vita, pienamente realizzata nel perseguire un ideale di libertà come presupposto essenziale per la ricerca della felicità. In questo senso una vita piena e compiutamente realizzata nel suo scopo è una vita felice.

Nello stesso periodo ad Amsterdam, quando i nazisti vietano agli ebrei di usare la bicicletta, Etty Hillesum celebra nei suoi diari come la felicità del cielo sopra di lei mentre pedala in bicicletta, pur nel pericolo, non può esserle tolta da nessuno: nessuno quindi può davvero farci del male!

Due vite brevi, ma piene, realizzate, due vite che parlano di felicità. Due modi di essere profeti di un mondo nuovo, senza violenza.

La profezia non parla del futuro, ma descrive la verità nel momento presente e la rende disponibile per tutti.

Marco Balzano riprende il concetto di vita felice come vita realizzata nella sua finalità richiamando la cultura greca: per gli antichi Greci, fondatori della Polis e della Democrazia, la felicità parte dal capire se stessi, comprendere entro i limiti, anche temporali della vita umana, cosa è nostro dovere realizzare, e attuarlo. Una vita felice è una vita che ha significato nel suo complesso.

La felicità è una strada faticosa in salita, ma essere profeti di un mondo nuovo è affermare che la felicità c’è!

IA con intelligenza

23 Agosto 2024

“Sospendere il giudizio” è lo stile da utilizzare nel ruolo educativo

© Marco Cavarischi/RN24/AGESCI

L’Intelligenza artificiale è qualcosa di cui avere paura o da accogliere? Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano ha cominciato il suo intervento portando l’attenzione sull’importanza di avere una visione ottimista al digitale; uno sguardo positivo alla trasformazione evitando di rifugiarci in ciò che conosciamo, facendo tesoro delle esperienze vissute come punto di partenza. “Sospendere il giudizio” è lo stile da utilizzare nel ruolo educativo che i capi e le capo dell’AGESCI hanno.

Mettersi in ascolto, guardando alla complessità delle realtà, senza ridurle e senza cercare soluzioni semplici.

Dopo un’introduzione storica dell’impatto che la tecnologia ha avuto sulle vite di tutti, prima come “surrogato del muscolo”, poi come qualcosa che acquisisce funzionalità dall’uomo e sceglie i mezzi migliori per svolgere il compito assegnato, fra Paolo Benanti, esperto etica delle tecnologie, ha posto l’accento sull’importanza della consapevolezza degli strumenti che abbiamo in mano. Educare oggi vuol dire conoscere il digitale e aiutare i ragazzi e le ragazze che ci sono affidati all’utilizzo intelligente degli strumenti che usano.