Impegno sociale e speranza cristiana
24 Agosto 2024Il filo rosso che lega lo scorrere delle suggestioni e delle riflessioni in questa tavola rotonda è l’idea che il creare e coltivare legami sia di per sé generativo di speranza.
Maria Elena Baredi, assessora alla scuola e ai Servizi educativi del comune di Cesena e tra le molte altre cose fondatrice delle Cucine Popolari, racconta di se stessa di non essere mossa da un ideale religioso, ma da un amore immenso per l’umano.
La passione per il mondo e la vita collettiva, di cui la politica è la più alta espressione, l’ha condotta a essere partigiana, nel senso di stare da una parte ben precisa, quella di chi non ce la fa, degli ultimi.
Esistono persone secondo cui non vi è alcuna necessità di cambiare il mondo, perché siedono dal lato migliore, ma in un’Italia con 6 milioni di persone in povertà, una politica non si occupi di questo tema, è inutile. Non è politica vera.
Le Cucine Popolari di Cesena, non sono una mensa per i poveri, sono un luogo di ridistribuzione, in cui si coltiva il senso dell’uguaglianza. In questo momento storico, in cui il ministero dell’Istruzione è diventato del merito, in una società competitiva che esclude chi non ha strumenti per partecipare alla gara, ridistribuire è un’azione fortemente politica.
Padre Fabrizio Valletti, gesuita con alle spalle 20 anni di vita nella realtà di Scampia, vede semi di speranza in tutti quei giovani che fanno esperienze in realtà marginali, imparando a leggere in modo nuovo la realtà e sviluppando una coscienza critica. Lo snodo fondamentale è passare da una posizione “caritatevole” ad una visione di condivisione e di permanenza accanto alle situazioni difficili.
Gli scout, nell’educare le giovani generazioni hanno la possibilità di cambiare la sensibilità di quelli che saranno gli adulti di domani. È questa un’azione politica che getta semi di speranza.
Don Paolo Costa sottolinea come la scelta del Terzo Settore fatta dall’AGESCI valorizzi il tema della cittadinanza attiva. Nel Patto associativo si esplicita il legame con i valori su cui si fonda la nostra Costituzione: in nessun caso si può delegare la speranza di cambiamento all’uomo forte che risolva per noi i problemi! Stare nel Terzo Settore ribadisce la convinzione che nella sussidiarietà e nel confronto collettivo troveremo insieme la soluzione delle difficoltà sociali.
Coltiviamo la speranza guardando una persona alla volta. In questo sguardo per ognuno che individua dove si possa essere più utili, nel dire ad ogni ragazzo “tu sei per me l’unico al mondo”, nasce la speranza di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato: una persona alla volta!