Come l’educazione può essere profetica oggi?

23 Agosto 2024
© Daniele Rimi/RN24/AGESCI

Marco Balzano apre il dialogo con un’affermazione: la felicità non è interessante. Due che si amano, che hanno una relazione buona e vivono “felici e contenti” non sono un soggetto su cui si costruisce una storia. A noi interessano le crisi, perché ci interessa come si ricerca la felicità.

Oggi ci dicono in tanti come possiamo “comprare” la felicità, come possiamo ottenerla anche in solitudine. Per il nostro scrittore, molto più stimolante è ricercare i significati che la parola felicità ha assunto nel tempo. E così andare alla ricerca dell’etimologia della parola nelle lingue madri della nostra cultura occidentale diventa un esercizio illuminante, che parte dalle immagini alla radice della parola stessa.

Felicità in latino deriva dal verbo felo, ossia allattare. Già questo parla di una relazione a due: felicità quindi è immagine di donna, madre, ricca di nutrimento che dona. È una felicità che per definizione mette al centro l’altro.

Paolo Ghezzi ricerca la felicità nelle storie di chi ha avuto vite tormentate e difficili. Sophie Scholl ha vissuto una vita breve. La sua opposizione al regime nazionalsocialista l’ha condotta a morire a 22 anni in un carcere di Monaco di Baviera, perché i regimi dittatoriali allora come ancora oggi, non trovano altro modo di trattare la dissidenza che tagliando le teste, decapitando con la violenza il pensiero.
Lei che non è riuscita a odiare chi la condannava a morte, ha vissuto una vita, pienamente realizzata nel perseguire un ideale di libertà come presupposto essenziale per la ricerca della felicità. In questo senso una vita piena e compiutamente realizzata nel suo scopo è una vita felice.

Nello stesso periodo ad Amsterdam, quando i nazisti vietano agli ebrei di usare la bicicletta, Etty Hillesum celebra nei suoi diari come la felicità del cielo sopra di lei mentre pedala in bicicletta, pur nel pericolo, non può esserle tolta da nessuno: nessuno quindi può davvero farci del male!

Due vite brevi, ma piene, realizzate, due vite che parlano di felicità. Due modi di essere profeti di un mondo nuovo, senza violenza.

La profezia non parla del futuro, ma descrive la verità nel momento presente e la rende disponibile per tutti.

Marco Balzano riprende il concetto di vita felice come vita realizzata nella sua finalità richiamando la cultura greca: per gli antichi Greci, fondatori della Polis e della Democrazia, la felicità parte dal capire se stessi, comprendere entro i limiti, anche temporali della vita umana, cosa è nostro dovere realizzare, e attuarlo. Una vita felice è una vita che ha significato nel suo complesso.

La felicità è una strada faticosa in salita, ma essere profeti di un mondo nuovo è affermare che la felicità c’è!