Quali esperienze per una vita giusta? Basta la legge?

23 Agosto 2024

Avere la forza di continuare, di perdonare

Felici di… vivere una vita giusta. Sul grande prato di Villa Buri, il palco dedicato a questa sfida così complessa ha visto stamattina il primo confronto tra quattro testimoni da ambienti diversi. Di fronte a una folta platea di giovani capo e capi da tutta Italia si sono raccontati: Zakia Seddiki, moglie dell’Ambasciatore Luca Attanasio ucciso nell’Est della Repubblica Democratica del Congo; Simmaco Perillo animatore di comunità su beni confiscati alla camorra nel casertano; Piero Badaloni giornalista e politico già Capo scout; Marilina La Forgia come esperta AGESCI.

“Tutti avete saputo della tragedia che ho vissuto – ha esordito Zakia Seddiki Attanasio – ma sono riuscita ad affrontare questa tragedia rimanendo fedele i valori in cui io e Luca credevamo. Ho deciso subito di continuare quello che stavamo cercando di fare in Congo, un’iniziativa per le bambine e le donne in difficoltà che stavamo accompagnando. E siamo riusciti a mantenere una piccola speranza e non aveva senso toglierla perché altri hanno commesso un crimine orribile. Io dovevo essere in quel viaggio che ha tolto la vita a mio marito insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustafa Milambo. Avere la forza di continuare, di perdonare, di alzarsi ogni mattina e guardare il sole, è una sfida che ho affrontato con tanta difficoltà, ma che pian piano ho sentito di stare superando. Noi possiamo dare il sorriso ad altri. E nel farlo riceviamo tantissimo, voi lo sapete. Vivere con questo impegno a essere felici insieme è la cosa fondamentale. Luca ha seminato tanto, con la fondazione Mama Sofia avevamo intrapreso tante attività in rete con istituzioni e terzo settore, e ora io voglio dare continuità. Dalle bambine di strada del Congo ai nuovi progetti in Marocco, la terra da cui provengo”.

“Quando ti viene la rabbia per le situazioni di ingiustizia che vivi, se hai lo spirito da educatore non ti puoi fermare lì. Io mi ero dovuto esporre e occupare per alcuni mesi col sacco a pelo lo spazio confiscato che avevo davanti. Anni prima avevo fatto un campo estivo con i ragazzini del paese e quando lo hanno saputo si sono uniti a me. Non ho mai dormito da solo là dentro. E in tanti, che paura puoi avere? Da lì è iniziato un processo di solidarietà del territorio, in modi diversi, per rimettere a posto questo spazio, ma soprattutto per cambiare una cultura, una mentalità”. Simmaco Perillo oggi è Presidente della cooperativa sociale “Al di là dei sogni”, ripercorre il suo percorso da educatore e assistente sociale nella complessa realtà del casertano, dove sfidando le dinamiche di camorra ha preso in gestione un bene confiscato nel quale oggi lavorano e si formano ex detenuti e anche ex camorristi. Rievoca tra i suoi maestri anche don Peppe Diana, del cui comitato è stato fra i primi promotori.

“Dobbiamo stimolare antidoti all’indifferenza: partecipazione, attenzione – fa eco il giornalista di lungo corso Piero Badaloni, che è intervenuto anche ieri sera all’apertura di Arena24. “In questo i media quanto aiutano? Spesso io li guardo con imbarazzo. Quanto avete trovato di notizie positive e propositive come le testimonianze che state ascoltando? Quanti conoscevano le storie che voi conoscete attraverso le esperienze scout? A qualcuno fa comodo farvi campare di bad news. Il sensazionalismo è lo scivolo che porta a inventare notizia e quindi fake news. Se sottovalutiamo questo rischio, l’impatto è già devastante fin dagli adolescenti, che diventano preda di flussi manipolatori. Dobbiamo reagire, come educatori e anche nel servizio della politica. Le lobby esistono sempre, cercheranno sempre di mettersi di traverso, bisogna fare squadra con i propri amici e cercare dove possibile di far prevalere il bene comune”.

“La nostra legge scout dice ‘sanno ubbidire’” conclude per Agesci Marilina La Forgia, già Presidente del Comitato nazionale. “Il saper ubbidire è collegato all’aver fame e sete di giustizia. Lo scautismo educa a questo. Saper ubbidire ha poco a che fare con il principio di legalità, ma occupare quello spazio che sta tra la legge di uno stato e la legge morale, spazio non coperto. Suscitiamo fame e sete di giustizia offrendo a tutte le età esperienze di vita, devono essere vita dentro la quale cominciare a sentire queste urgenze, perché se uno ha fame e sete si mette in cerca per rispondere a questo, e in questa ricerca trovi la felicità. Mentre cerchi è probabile che farai la cosa giusta. Anche se non te la chiede né te la impone nessuno”.