“Io divento donandomi”
23 Agosto 2024
Prendersi cura non può essere un obbligo, ma una scelta da compiere liberamente e responsabilmente. Così suor Teresa Forcades ha aperto la tavola rotonda dedicata al prendersi cura e custodire.
Per prendersi cura dell’altro e del mondo occorre partire da sé, pensando al nostro mondo interiore come un castello con tante stanze (citando Teresa di Lisieux), in una – vuota – c’è Gesù che ci aspetta in un incontro amorevole.
Prendersi cura è anche scoprire il vuoto che c’è al centro di noi, il luogo del possibile.
Provare a capirci ci permette una relazione responsabile con le altre persone e quando agiamo liberamente nel mondo ce ne prendiamo cura. “Io divento donandomi”.
Per la regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher, la cura è una possibilità rivoluzionaria, eversiva e fortemente politica. È la chiave per scatenare l’immaginazione per un futuro diverso. Nella storia dell’umanità, la cura è stata sempre intesa come una gabbia, invece il fine della cura è dare senso allo stare al mondo.
Uno sguardo è stato anche rivolto alle nostre comunità. Per suor Teresa Forcades è importante fare posto anche a chi pensa altro: siamo liberi se accogliamo le differenze e solo così arricchiremo le comunità che abitiamo.
Per Rohrwacher la rimozione del conflitto è forse il vero problema, perché il conflitto può essere la porta che consente all’altro di entrare ed è occasione per provare a stare insieme.
Non aver paura del confronto in Associazione, uscire dalle nostre comunità e stare sulla soglia per lasciarci interrogare da ciò che interpella: questo l’invito di Daniela Ferrara, già Capo Guida d’Italia. L’unicità di ciascuna persona, la possibilità di essere liberi e amorevoli, il modo che si è sempre avuto di guardare al maschile e al femminile sono stati passaggi importanti e delicati, che hanno aperto e rilanciato domande anche sul mondo Queer e sul nostro essere Associazione del “tutti dentro”.